Onde d’urto focali, ecco tutto quello che c’è da sapere

Apr 15, 2024News0 commenti

Origine delle onde d’urto

Il primo generatore di onde d’urto focali nacque nel 1947 ad opera di F.Rieber che lo progettò per il trattamento di neoplasie cerebrali.
Fu però negli anni ‘60 che questa tipologia di trattamento entrò in campo medico per lo studio di disturbi dell’apparato urologico.
Nel 1971 a Monaco, furono utilizzate per la prima volta su un paziente affetto da calcolosi renale. Questa metodica proponeva di sostituirsi all’intervento chirurgico, unico trattamento previsto per tali problematiche dell’apparato urinario.
Notando gli incredibili risultati che le onde d’urto apportavano, lo studio e l’impiego di questa metodica è proseguito nel tempo estendendosi a all’ortopedia e alla fisiatria.

Da più di dieci anni sono impiegate anche per curare molte patologie dell’apparato muscolo scheletrico.

È una metodica non invasiva, che possiede diverse proprietà benefiche di tipo antinfiammatorio, antidolorifico, anti gonfiore e stimola inoltre la riparazione tessutale. Per questo motivo le onde d’urto focali sono impiegate anche per la cura di molte patologie, anche in fase acuta.

In cosa consistono le onde d’urto

Le onde d’urto sono onde acustiche (impulsi sonori, di natura meccanica), che si propagano nei tessuti, in sequenza rapida e ripetuta. Nello specifico, la tecnologia piezoelettrica si basa sulle caratteristiche fisiche del cristallo piezoelettrico, il quale sottoposto a tensione elettrica produce un movimento meccanico che produce le onde d’urto focali. Questo movimento è riconducibile ad una sorta di “micro-idromassaggio” profondo sui tessuti e sulle cellule, che produce un insieme di sostanze ad azione antinfiammatoria e di fattori di crescita, che stimolano la rigenerazione dei tessuti, a partire dalle cellule staminali.

Da oltre dieci anni l’utilizzo delle onde d’urto si è ampiamente diffuso, in urologia, ortopedia, fisiatria e in campo riabilitativo.
Spesso questa metodica si è rivelata essere anche un’alternativa all’intervento chirurgico, oppure una soluzione per la cura dei postumi di un trauma, spine calcaneari o in fase post intervento chirurgico.
Le onde d’urto focali possono essere associate ad altre terapie al fine di accelerare i risultati attesi dopo un intervento.

L’origine della patologia da trattare (ossea, tendinea, muscolare, cutanea o spasticità) implica una specifica modalità di esecuzione della terapia con onde d’urto.

La terapia effettuata tramite onde d’urto focali è definita “manu medica”’, cioè eseguita da un medico esperto in materia. Esse non sono trattamenti chirurgici, ma ‘’biologici’’, pertanto il risultato è evidente nei mesi successivi al termine del trattamento. La rigenerazione dei tessuti, in particolare di quelli ossei, richiede tempo e riposo.

Come si svolge il trattamento

Il trattamento con onde d’urto focali è una metodica ambulatoriale, non invasiva e sicura.
Per effettuare le onde d’urto occorre la richiesta del medico di base o di uno specialista.
L’esame ha una durata di circa 15 minuti.
Il paziente viene fatto sedere o sdraiare su un lettino a seconda della zona da trattare.

Il medico che effettua l’applicazione della terapia, imposta il macchinario sul livello di energia più idoneo a risolvere la problematica del paziente, ma è attento a modificare l’intensità dell’onda anche in funzione della soglia del dolore della persona che si sottopone al trattamento.

Benefici apportati dalle onde d’urto

In alcuni casi il paziente trae sollievo immediato dal trattamento con onde d’urto focali, ma ciò non costituisce la regola.
Generalmente, i benefici del trattamento si notano con il trascorrere delle settimane. È consigliabile monitorare i miglioramenti della terapia in un arco temporale di 2-3 mesi . In questo periodo sarà consigliato il riposo e l’astensione dalle attività sportive.
In caso di trattamenti eseguiti per problemi di consolidazione ossea, potrà essere prescritto un tutore di immobilizzazione dell’arto, o l’uso di stampelle per garantire la stabilità meccanica della zona trattata.

Le onde d’urto focali sono estremamente utili nella cura di svariate patologie a carico delle ossa, di tendini e legamenti.

Vengono prescritte principalmente per:
– trattare calcificazioni e fratture;
– rigenerare i tessuti (colpiti da ulcere cutanee di varia origine e patologie affini);
– curare le patologie infiammatorie in fase acuta.

Le onde d’urto causano dolore?

Le onde d’urto possono recare un leggero fastidio, ma nella maggior parte dei casi sono ben tollerate.
In alcuni casi, se il paziente dovesse manifestare una forte sensibilità al trattamento, il medico può intervenire modificando l’intensità dell’energia ed il numero di impulsi applicati, per far sì che il trattamento volga al termine e sia efficace.
Nel caso di trattamenti sull’osso, l’energia applicata è maggiore a causa del tessuto resistente.
È possibile che, in questo caso, il dolore risulti più intenso ed è bene segnalarlo al dottore che le sta effettuando.

Come già specificato, le onde d’urto sono una terapia non invasiva e sicura, tuttavia possono presentarsi degli effetti indesiderati dopo la loro applicazione:

  • riacutizzazione temporanea del dolore data dalla possibile risposta positiva alla stimolazione meccanica sul tratto‘’bersaglio’’ del corpo;
  • piccoli ematomi, petecchie ed ecchimosi superficiali.

Controindicazioni delle onde d’urto

Le controindicazioni del trattamento con onde d’urto vanno differenziate in assolute e relative .

Per controindicazioni assolute si intendono:
– Contiguità di strutture vascolari o nervose delicate e sensibili
– Presenza di lesioni tumorali nel punto focale o di tromboflebiti
– Lo stato di gravidanza
– La presenza di organi cavi (es. polmone ed intestino) o sensibili (come encefalo, midollo spinale e gonadi) nel campo focale; per cui il passaggio di onde sonore potrebbe danneggiare gravemente i tessuti
– Coagulopatie non compensate

Si considerano controindicazioni relative:

– L’uso di Pace Maker o elettrostimolatori (è necessario specificare che tipologia di Pace Maker si possiede)
– La vicinanza di cartilagini ancora in fase di accrescimento
– Le malattie o le alterazioni vasali sclerotiche
– Focolai settici nella zona bersaglio
– Angiomatosi ossee

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